Il Marco Polo si racconta

    Il Marco Polo si racconta

    Alla mia musa

    A te che sei la musa di tanti, ma in particolare la mia.
    A te che sei nella mia testa tutti i giorni e a tutte le ore.
    Questo post è dedicato a te, perché credo sia doveroso dirti grazie per il ruolo che hai svolto e che continui a svolgere nella mia vita di tutti i giorni.
    Riesci con la tua semplicità ed eleganza ad entrarmi nella mente e colorarmi una giornata che fino al tuo arrivo non era stata poi così bella.
    Alcune volte mi fai compagnia anche durante tutta la notte e sembra che il tempo con te non si fermi mai; anzi, sembra che proceda e faccia il suo corso al doppio della velocità.
    Molte persone non riescono a comprenderti a pieno, ti criticano e ti banalizzano per ciò che sei per loro e per ciò che per loro rappresenti.
    Per me hai sempre rappresentato casa, un posto dove potermi rifugiare in qualsiasi momento da tutte le situazioni ed emozioni negative che mi disturbavano, senza che io ti chiedessi nulla.
    Forse è proprio questa la tua forza, riuscire a rendere migliore qualsiasi giornata, permettermi di staccare e farmi rilassare anche solo per un momento senza che nessuno si accorga veramente della tua presenza.
    In realtà, sei presente ovunque in tutte le parti del mondo, da nord a sud, da est a ovest.
    Ti trovo in televisione, in radio, dentro ad un gira dischi.
    Parli in tutte le lingue del mondo e rendi un po’ tutti più leggeri, più rilassati, più entusiasti di vivere.
    Ho imparato ad amarti fin dal primo giorno che ti ho sentita in tutte le tue forme, in tutte le tue lingue, in tutti i tuoi generi.
    Sei, e sono certo che sarai per sempre, un mio punto di riferimento, una preziosa fonte di ispirazione.
    Una fonte di ispirazione che mi tiene sveglio anche per notti intere a pensare e a riflettere.
    Una fonte di ispirazione per nuove idee, nuovi progetti, nuovi obiettivi da realizzare.
    A te che sei semplicemente la mia musa.
    A te che sei la MUSICA del mio cuore.

    Niccolò Brunori, 4D