Il Marco Polo si racconta

    Il Marco Polo si racconta

    DOPPIA FACCIA

    Mi hai chiesto una mano, ed io non ho saputo dire di no. Ci siamo aiutate a vicenda, perché sì. Forse perché ci trovavamo quasi sempre d’accordo, non lo so.
    Ma dopo (purtroppo) troppo tempo l’ho capito.
    Guardandoti in faccia, aprendo per davvero i miei occhi l’ho visto.
    La finzione di quel sorriso.
    Ho tolto quelle rocce che bloccavano il mio giudizio, ed ora che l’ho fatto, riesco a vedere quanto falso è quel tuo sorriso.
    Annuisci quando parlo e allarghi sempre di più le labbra, come se davvero ti stessi divertendo.
    Ma non è così, vero?
    Mi hai sempre dato l’idea di avere una maschera che nascondeva il tuo vero volto.
    Dopo che ho finito di parlarti, mi darai le spalle e quel sorriso sparirà. Come minimo, da quelle stesse labbra che hanno scherzato con me usciranno degli insulti.
    Perché è più facile fare così, invece che affrontarmi direttamente.
    La tua “doppia faccia” non è mai stata invisibile.
    E se sono riuscita a capirlo io, credo che anche molte altre persone se ne siano accorte.

    Alice Maestrini, 4H