Il Marco Polo si racconta

    Il Marco Polo si racconta

    E quindi forse, grazie a loro, io adesso mi conosco un po' di più

    I personaggi del libro che sto leggendo al momento hanno qualcosa di speciale, che li distingue da ogni altro di cui io abbia mai letto. Non mi soffermerò a lungo sul loro aspetto estetico o caratteriale, ma piuttosto su una qualità che mi attira come una calamita: sanno leggere le persone. Rimango estasiata dal modo in cui riescono a capire tanto anche da un respiro più marcato di un altro, da uno sguardo più intenso, da un movimento più o meno accentuato o da un tono di voce spezzato. Mi ritrovo stregata di fronte a questa loro capacità, che in me avevo sempre sottovalutata. Purtroppo, ho il vizio di immergermi in una lettura che mi appassiona, tanto da arrivare al punto di non saper distinguere il reale dall’immaginario: questo, però, era vero. È stato quindi inevitabile per me tuffarmi nei ricordi passati, alla ricerca di un una risposta a questo mio presentimento e, finalmente, credo di averla trovata. Mi conoscete, sono una persona estremamente timida o, almeno, lo ero fino a poco tempo fa. Non fraintendetemi, sto ancora lavorando sulla mia autostima, ma ho iniziato a capirla di più questa insicurezza e ad usarla a mio vantaggio, scoprirne i punti deboli e fregare anche quelli: è forse stata la timidezza a farmi acquisire questa qualità. Le persone timide sono silenziose, scaltre osservatrici e tremende, riservate, : vedono, sentono e ricordano tutto, senza dare troppo nell’occhio o rischiare di essere scoperte, forse perché “non hanno scelta”. È come se vivessero in un mondo tutto loro, danno l’impressione di essere con la testa “tra le nuvole”, quando in realtà sono molto più attenti e vigili di quanto sembri.
    E così ho riscoperto questo lato di me, che troppo a lungo avevo represso ma che ora vanto con orgoglio: sappiate quindi, cari lettori, che farò di questa mia caratteristica un pregio assoluto, una qualità da non sottovalutare.

    Giada Amoruso, 4D