Il Marco Polo si racconta

    Il Marco Polo si racconta

    CHAOS

    Nella vita ci insegnano che la fiducia è la parte fondamentale per la stabilità nella nostra società, senza di essa il piedistallo che ci permette di sorreggersi in piedi si sgretola in mille pezzi e tutto cade a terra.
    Esistono due tipi di persone al mondo, ci sono le persone che riescono a fidarsi di tutti, che non fanno sforzi, che riuscirebbero ad aprirsi al primo uomo seduto sulla panchina ad aspettare il bus.
    Sono quelle persone che decidi di frequentare solo perché sai che si fideranno di te, qualunque scelta farai.
    E poi ci sono quelle persone che non riescono a fidarsi neanche di loro stesse: quelle che controllano miliardi di volte di aver preso i documenti prima di uscire o che banalmente non si sforzano di fare cose che sanno che sono destinate alla distruzione fin dal principio.
    Sono quelle persone che non vogliono classificarsi, perché classificarsi vorrebbe dire fidarsi del sistema.
    E allora ci direte:" La storia insegna che quando si arriva ad un punto di non ritorno inizia qualcosa di nuovo, e quindi perché non provare a cambiare?"
    Ma ci pensate mai alle persone rotte?

    A quelle stanche, a pezzi, a quelle che non guardano più l'orizzonte perché non aspettano una prossima alba.
    A chi sprofonda dentro il letto, a chi si perde dentro se stesso, dentro ai suoi pensieri, a chi lotta ed è prossimo a mollare, a chi sta male.
    Non fidatevi delle apparenze, chi è forte e veloce probabilmente sta solo fuggendo da quella morsa di tristezza che gli rinchiude il cuore in una gabbia e gli attanaglia l'animo.
    Esistono sorrisi che non sono causati da nessuno, sono spensierati, e pianti silenziosi creati da tristezze assordanti, che sgretolano i muri e rompono le finestre, ma in entrambi i casi nessuno sembra notarli mai.
    Persone che si sentono sole, rincorrono sempre l'amore sbagliato o un pensiero impossibile, si convincono del falso, fanno mille fantasie su cose inesistenti.
    Sognano, amano, sperano.
    Si fidano della loro convinzione, anche se poi li porterà alla distruzione.
    Sono fantastiche, e vorrei essere come loro.
    Ma semplicemente non lo sono.
    E la verità è che, certe volte, se volete cercare il colpevole, colui che rovina la vostra vita, dovete solo guardarvi allo specchio ed ammettere che, sì, siete voi il colpevole.
    Perché non state facendo niente per liberarvi da quella morsa che vi serra la gola.
    Se solo imparassimo a fidarci.
    Come sempre, però, non vi è una via di mezzo tra le due categorie.

    Eva Wright, 4N