Il Marco Polo si racconta

    Il Marco Polo si racconta

    Fuori siamo diversi, dentro uguali

    Noi non ce ne rendiamo conto, ma quando, a fine pasto, buttiamo nel cestino ciò che non abbiamo finito nel piatto, buttiamo ciò per cui in molti paesi la gente si fa la guerra perché HA FAME!!
    Molte di queste persone arrivano in Italia, non per rubarci il lavoro come pensa la maggior parte dell’Italia che ha ancora una mente chiusa e ottusa sul concetto di fratellanza e uguaglianza, ma per cercare di avere una vita, una vita che possa essere realmente vissuta. Questo perché nel loro Paese ci sono guerre, fame, povertà… ma NOI cosa facciamo? Abbiamo il coraggio di non accet-tarli, di respingerli, fermando le imbarcazioni. Carissimi italiani, provate ogni tanto a immedesi-marvi, come se fossimo noi a vivere la loro situazione e nessun Paese ci volesse accogliere; come ci sentiremmo? Discriminati, soli, abbandonati… ecco ciò che provano quelle persone quando ar-rivano sulle nostre coste, dopo aver rischiato la morte durante quelle terrificanti traversate in mare.
    Perché il colore nero se lo ritroviamo sulla pelle di una persona ci suscita disagio?
    Dobbiamo smettere di discriminare solamente perché qualcuno ha una carnagione differente dalla nostra, ha tratti somatici diversi dai nostri, parla una lingua diversa o prega un Dio che non è il no-stro. Provate a prendere due uova, una col guscio bello ambrato e l’altro col guscio quasi bianco, e rompetele in una padella…ciò che si trova dentro è esattamente identico. Questo è ciò che conta, che se anche fuori siamo diversi, dentro siamo uguali, nessuna distinzione.
    Si parla di Integrazione, la studiamo sui libri… ma che senso ha se non riusciamo a metterla in pratica? Iniziamo noi, a interconnetterci, ad avere empatia per l’altro, a dimostrare accoglienza verso il prossimo… poi sarà perfetto tutto il resto!!!

    (Mirco Nelli, 3D)