Il Marco Polo si racconta

    Il Marco Polo si racconta

    Comunicazione… tra ieri e oggi

    Siamo nati in un periodo storico nel quale il telefono è diventato un mezzo di comunicazione in grado di poter far tutto, di tenerci in contatto con il resto del mondo, di gestire i nostri impegni e le nostre relazioni, di poter fare acquisti a qualunque ora del giorno e della notte, di ascoltare la nostra musica e di vedere i nostri film e le nostre serie preferite.
    Ogni mattina ci svegliamo e ci rendiamo conto di aver ricevuto nella notte decine di notifiche, messaggi e conversazioni
    La sensazione, almeno per me, è quella di sentirsi sommersi da un mare sconosciuto.
    Ci sentiamo addirittura in colpa e chiediamo scusa anche solo se rispondiamo dopo qualche minuto.
    Ma ci siamo mai chiesti cosa ci abbia portato a fare tutto ciò?
    Come comunicavano i nostri nonni o semplicemente i nostri genitori?
    Dai racconti che sento, per poter comunicare o avere notizie potevano passare anche molti giorni o mesi. Un processo molto lento, ma anche più affascinante.
    Si comunicava grazie ad una lettera, grazie ad una cartolina, tutto in modalità cartacea.
    Qualche tempo fa ho ritrovato alcune lettere e cartoline di un mio lontano parente, scritte mentre era in guerra e non sapeva neanche se alla fine sarebbero arrivate ai suoi genitori.
    Mi sono messo a leggerle e mi sono emozionato. C’è il racconto delle sue paure, della nostalgia per il suo paese, per la sua casa e di quanto gli mancasse la sua terra, la sua terra di origine; di quanto gli mancassero i suoi amati animali.
    Tutto così autentico. Tutto scritto in modo semplice, ma vero.
    Si preoccupava più di come stessero i suoi genitori che di lui stesso che si trovava in guerra.
    Era tutto così ignoto, misterioso e soprattutto lontano, tanto lontano. Oggi fa quasi sorridere il pensiero di non poter comunicare ad una simile distanza.
    Invece, non era per niente facile.
    La mia non è un’accusa contro la società di oggi e le tecnologie.
    Non posso certo dirvi di stare meno dietro al mondo social, di controllare meno ciò che arriva o ciò che vediamo sullo schermo del nostro telefono.
    Vorrei solo ricordare a tutti noi che fuori dalle nostre case… c’è un mondo che aspetta solo di essere vissuto.

    (Niccolò Brunori, 3D)