Il Marco Polo si racconta

    Il Marco Polo si racconta

    È finito anche l’hype

    Un sogno mi è scivolato tra le dita
    quando per un momento hai pensato di
    mollare tutto e
    riprendere da capo
    senza di me.
    Mi hai messo paura
    quando hai perso quell’aria così pura
    che riempiva la stanza
    e non mi lasciava sola.
    Hai rotto schemi e rimodellato mondi
    per me
    e poi l’hai fatto solo per te,
    perché ti riusciva così bene riordinare i pezzi
    tanto da voler poi sparpagliare anche i miei.
    Della confusione che mi abitava
    tu ne hai fatto un mosaico.
    Sapevi le cose come stavano
    e ti riusciva anche dedurle.
    Non ti servivano tante parole,
    no,
    le parole tu non le usi affatto.
    Preferisci vagare su nuvole di carta
    e solcare confini sui fogli che scrivi
    quando ti esprimi
    e rendi il silenzio
    assoluto.
    Così fai
    anche stavolta:
    ti chiudi in stanza,
    apri una voragine
    e lasci scritto sul post-it appeso al frigo:
    “Non contare mai su di me.”

    (Giada Coveri, 3D)