Il Marco Polo si racconta

    Il Marco Polo si racconta

    IL NOSTRO MONDO DI FANTASIA

    “Cosa non darei per vivere una favola”
    Tutti noi da piccoli abbiamo immaginato la nostra vita come principi, principesse, eroi o cavalieri, esattamente come avviene nei famosissimi film Disney, dove tutto è magico e colorato. Abbiamo sognato innumerevoli volte di aprire le porte del nostro castello, trovandovi dentro tutto ciò che avevamo bisogno di trovare: un amico, un tesoro, il nostro personaggio preferito o altro ancora. Io ho sempre ammirato tutto questo e visto il mondo delle favole come un posto sicuro nel quale ripararmi da bambina, magari dopo una bella sgridata dei miei genitori o dopo qualsiasi cosa mi potesse rendere triste. Semplicemente aprivo la porta della mia camera e, soffermandomi sull’uscio, magicamente, tutto cambiava forma: la mia sedia di legno diventava un trono d’orato, sul quale mi sedevo credendo di poter governare il mondo intero; il mio letto, per niente principesco, invece, diventava la culla dei miei sogni, il luogo in cui di notte mi proteggevo, tenendomi al riparo dal buio e da tutto ciò che non fosse magico o luminoso. O ancora i miei peluche, i miei compagni di gioco, che diventavano protagonisti anch’essi di una storia magnifica, nella quale tutto era possibile. Ho sempre creduto che i personaggi Disney ci volessero insegnare qualcosa, in fondo: abbiamo imparato a trovare in un animale il nostro migliore amico, a sperare sempre in un lieto fine e a scappare quando necessario, per ritrovare noi stessi in tutto questo caos. Ad oggi, forse, ho capito perché molti bambini amano tanto questo mondo, cosa significa per loro e cosa significava per me: è il nostro scudo dalla quotidianità, una via di fuga da una realtà troppo reale e in cui, a volte, la pressione diventa troppa. Creiamo la nostra favola, che diventa un mondo nuovo, stacchiamo la spina per un po': le preoccupazioni non esistono più e noi torniamo bambini per un attimo. A tutti serve una pausa ogni tanto, specialmente in un periodo come questo o in una società come la nostra e, forse, un ritorno al passato è la soluzione.
    Riapro gli occhi tornando al mondo reale ma sono sempre nella mia stanza, ferma sulla porta, e, osservando l’interno, noto subito che per quanto colorata possa essere, non assomiglia affatto al mio mondo di fantasia.
    (Giada Amoruso, 3D)