Il Marco Polo si racconta

    Il Marco Polo si racconta

    Rosso fuoco

    Alzo gli occhi al cielo e noto uno strano colore: non vedo quel tipico azzurro che c'è sempre ma vedo dell'arancione, no, forse è più rosso.
    Sembra quasi di guardare una tela ricoperta di colori, che combattono tra loro per prevalere sugli altri.
    E credo abbia vinto il rosso.
    In fondo, lontano, fra le due colline, il sole sta andando a dormire.
    "Ciao ciao Sole, ci vediamo domani"
    E torno a guardare sopra di me: non riesco a distogliere lo sguardo, i miei occhi sono ancorati al cielo e potrà anche farmi male il collo, io resterò qui a guardarlo.
    Fisserò questo cielo che va a fuoco finché non sparirà del tutto.
    "Fuoco eh!"
    Mi fa ridere come in un secondo il mio cervello abbia paragonato uno spettacolo così bello, così incredibile, a qualcosa di distruttivo come il fuoco.
    Perché è questo che fa: distrugge tutto e tutti.
    Già quando nasce, è difficile da controllare e fa come gli pare.
    Quando cresce, diventa indomabile.
    Si espande velocemente e mangia tutto quello che vuole, portando caos e distruzione.
    Eppure, non ho esitato neanche un istante a paragonare il fuoco a un cielo calmo e tranquillo.
    "Sembra un cielo infuocato…"
    "Dici così perché paragoni il rosso al fuoco: se guardi da un'altra prospettiva, il rosso può assumere un altro significato, uno più romantico."
    Romantico?
    L'amore?
    Vero, non ci avevo pensato. Il rosso riferito all'amore, il colore della passione.
    Il colore degli innamorati…
    "L'amore ti colpisce all'improvviso, ti travolge e ti scalda. Sì, ci possono essere delle volte in cui ti aiuta e delle volte in cui ti brucia, come un fuoco in carne ed ossa. Ma se pensi al lato positivo, il tramonto assume un aspetto più sentimentale, romantico."
    Un rosso così, un tramonto così…
    Non li vedo, non li percepisco.
    E non credo ci riuscirò più…
    Per me, il tramonto rimarrà una distesa di fuoco indomabile, che non può essere spento.
    Perché tu non sarai più lì a farlo.

    (Alice Maestrini, 3H)