Notizie-TOP

    Il Marco Polo si racconta

    Il mio puzzle tascabile

    Così è la vita, un miscuglio imprevedibile di casualità, ed è proprio questo l'aspetto che di lei preferisco. Siamo costantemente immersi in realtà sconosciute, apparentemente lontane, incompatibili con il nostro essere. In principio le detestiamo, ma non appena impariamo ad apprezzarle, siamo costretti a staccarci.
    Sono arrivato al Marco Polo cinque anni fa, proiettato in un mondo affatto differente da quello da me conosciuto. Contrariamente a molti miei coetanei, decisi di intraprendere questa strada da solo, senza amici né conoscenze. Ho dovuto lasciare mio il gemello per la sua di strada, con il quale avevo condiviso tutto fino a quel momento. Ero abituato a svegliarmi tardi la mattina, poco prima del suono della campanella avendo l'istituto di scuola media di fronte casa. Sono partito per questo viaggio che non vedevo fatto per me, disorientato dai numerosi cambiamenti, avversi come gli ostacoli di una lunga ed interminabile gara. Invece adesso, che sto per timbrare il biglietto di ritorno, adesso che sto per oltrepassare il traguardo, vorrei non dovesse finire mai.
    È qua che ho imparato a riconoscere le persone che mi vogliono bene, distinguendo le vere amicizie da quelle di convenienza, prendendovi le distanze. È qua che ho imparato ad aprirmi, a relazionarmi, ad espormi senza il timore di quello che gli altri avrebbe pensato di me. È qua che ho potuto imparare, imparare ad imparare, apprendere da persone testimoni di esperienze e trascorsi, scoprire e conoscere grazie ai viaggi. Può sembrare strano, forse paradossale, però al Marco Polo mi sono sentito come a casa. Tendenzialmente siamo propensi ad opporre i due ambiti, casa e scuola, avendone una visione contraria. Per quanto mi riguarda non è così. Ho sempre percepito questo minuzioso interesse nei miei e nei confronti degli altri alunni attraverso la costruzione di spazi ricreativi, l'avvio di iniziative e progetti e la permissività dei docenti che si distacca dall’ordinario, e che inevitabilmente costruisce un'idea di scuola differente.
    È stato una bellissima esperienza che porterò sempre nel cuore e di cui neanche un dettaglio voglio tralasciare. È durante quelle sere in cui non riesco a prendere sonno che mi capita di ripercorrere le tappe più importanti di questo magnifico percorso, per essere sicuro di portare tutto con me. Sorrido allora quando riesco a fare riemergere un dettaglio, un aspetto che credevo aver dimenticato, perché è una tessera in più di questo mio puzzle tascabile che, per quanto difficile sia stato da completare, ho imparato ad amare.

    (Marcello Consigli, 5B)