Il Marco Polo si racconta

    Il Marco Polo si racconta

    Sei libero perché...

    Sei libero perché prima di conoscerti per quel che sei ti conosci per quel che non potrai mai essere. Riconosci lo sbaglio della natura e non imiti il suo atteggiamento. Cerchi costantemente di essere quello che non è semplice diventare perché è proprio lì che vuoi arrivare, non ad essere una copia, ma la manifestazione di più immagini in bianco e nero che andranno a colorare la vita di qualcun altro. Sei libero perché conosci la storia di ogni tua lacrima, anche se non la racconti a nessuno perché decidi di restare in bilico senza perdere l’equilibrio. Rimani sospeso in quel vuoto da riempire, non più soltanto degli sguardi degli altri. Ora guardi te stesso alle spalle e noti tutte quante quelle cicatrici che ti hanno fatto male, comprendendo di non essere tu lo sbaglio, di averci provato comunque a lottare. Di aver percorso a strattoni una vita di cui devi ancora guadagnarti il finale.
    Sei libero perché conosci le tue prigioni, perché non ignori le tue catene, ma le abbracci senza rassegnazione e ti diverti a trovarci del buono in tutto ciò che ti frena, di fatto smorzando la potenza di ciò che ti limita ancora ed ancora. Decidi di sostituire l’irrequietezza con la quale tingi i giorni di sole alla placida distensione dei sensi dell’inverno che ti piove dentro.
    Sei libero perché anche dal punto più basso che puoi toccare ti basta alzare lo sguardo al cielo per accorgerti che sei altro, per accorgerti che sei altrove, per accorgerti di non vivere lì, al buio delle tue lacrime.

    Giada Coveri, 4D