Il Marco Polo si racconta

    Il Marco Polo si racconta

    BICCHIERE MEZZO PIENO

    Se poi mi sbaglio io, fermatemi che sono ancora un po' spaventata dalle reazioni della gente. Che poi a volte basta davvero poco, forse in alcuni casi un’occhiataccia sarebbe abbastanza per far smettere qualcuno di parlare per un po'. Crudele, no?
    Sono dell’idea, comunque, che per quanto si possa essere preparati per determinate situazioni, in particolar modo per quelle che già avevi previsto sarebbero successe, non le affronterai mai nel modo in cui ti eri prefissato di farlo.
    Perché una reazione non è mica una decisione logica, tantomeno la puoi studiare.
    Non la controlli con la ragione; il sentimento, i brividi, l’angoscia, la felicità, il timore… li senti sempre sulla pelle, dentro la tua essenza, li percepisci.
    Poi le reazioni altrui mi fanno pensare, mi fanno riflettere! Va a finire che nella mia testa, mi analizzo nei minimi dettagli ogni significato nascosto che stupidamente credo di poter cogliere, perché non accetto il fatto che non tutti debbano ridursi a farsi leggere fra le righe per farsi capire.
    Ma mettiti anche nella posizione di un coprotagonista, scostati un po' da ruolo principale. Non ti sto dicendo di fare la comparsa della tua vita, nessuno vuol essere “La balla di fieno 2” nei film; solo che vedendo sempre le cose dalla tua prospettiva, con te al centro, t’inganni, va a finire che non vedi altro e resti fisso sullo stesso problema, lo stesso quesito.
    Elimina dalla mente la matematica, che qui la formula del “scambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia” non conta, non vale, perché nella vita, materialmente, il risultato cambia eccome, per fortuna, meglio così direi.
    Un sollievo, seppur pauroso, avere la consapevolezza di quanto le tue azioni, se solo fossero state anticipate o posticipate, avrebbero inciso sul percorso che stai affrontando.
    Basta davvero poco, magari persino quelle brutte giornate, alla fin fine, sono solo brutti momenti che si susseguono nelle stesse ore, nelle ore sbagliate, perché il tempismo è importante ma ironicamente lo si impara col tempo.
    Serve capire che le giornate non sono altro che accumuli di ore unite e assemblate per convenienza, e nel frattempo dobbiamo solo imparare a conviverci. Quindi brindiamo a questo tempo, godiamoci queste ore, dai un’occhiata dentro al tuo bicchiere e scoprilo mezzo pieno.

    Lisa Mazzanti, 3M