Il Marco Polo si racconta

    Il Marco Polo si racconta

    Telos

    Sulla Terra siamo più di sette miliardi di persone e io credo, anzi sono fermamente convinta, che ognuno di noi sia qui per una ragione. Hugo Cabret afferma che le macchine non possiedono neanche un ingranaggio superfluo, così se si considera il mondo come una grande macchina, nessuno di noi è qui a caso. C’è un motivo dietro la nascita di ogni persona, e per ogni persona che nasce c’è uno scopo. Io penso che si possano delineare tre categorie generali di esseri umani e i loro fini: i Geni, gli Osservatori e i Soccombenti. In linea generale sono fiduciosa di poter adattare ogni persona a ciascun gruppo.

    Di Geni è piena la storia, ogni secolo ne ha almeno uno, da Aristotele, Galilei, Orwell a Bowie eccetera; tuttavia, si badi bene che il termine “Genio” non è sinonimo di “talentuoso”, semmai un aggettivo che sicuramente gli si attribuisce, ma che non si limita a quest’unica classe. Infatti, penso che ogni essere umano abbia un talento particolare dentro di sé, logicamente se abbiamo uno scopo unico e speciale deve esserci in noi una particolarità che ci distingue da tutti gli altri, così ogni appartenente a una categoria nasce con un talento. Quindi voglio che sia chiaro… la classificazione non è gerarchica, non esiste una prima o ultima fascia ma piuttosto si trovano allineate e si equivalgono. Perciò i Geni altro non sono che coloro che riescono a esprimere il loro talento e farlo arrivare al mondo, diventando importanti e conosciuti. Per raggiungere quest’obiettivo è chiaro che il Genio ha in sé altre caratteristiche: determinazione, attrattività, carisma, motivazione, passione, nonostante possa essere introverso o asociale è un leader nato, il protagonista della scena, colui su cui tutti i riflettori sono automaticamente puntati. Il Genio incanta, cattura, e che abbia mezzi o meno riesce ad arrivare alla fama, volente o nolente, ristretta o estesa. I Soccombenti nascono Geni, Geni che vogliono esserlo e dimostrarlo al mondo, sono così consapevoli di essere Geni che non appena sbattono il naso contro qualcuno come loro si ritrovano con gli occhi lucidi e lo scudo che li proteggeva irrimediabilmente scalfito. Non appena si rendono conto che la tranquilla isola inizia a popolarsi e che la loro casa non è più il centro del quartiere, vedono sfiorire e seccarsi il proprio talento. Ed è inevitabile, vivranno sempre nell’ombra del Genio che li ha scavalcati, talmente accecati da quel sole da rassegnarsi e soccombere. Solitamente chi è stato fulminato da un Genio rimarrà sempre un Soccombente, mentre chi riesce a trovare in sé ancora un po’ di motivazione diventa talvolta un Osservatore. Ma non ritorneranno mai alla loro natura originaria. Per esclusione si capisce che gli Osservatori sono gli unici a non avere un talento che spicca o che può paragonarsi a quello di un Genio, ma essi hanno un dono ancora più speciale, forse: sono gli unici a conoscenza delle Tre Categorie. Gli Osservatori sanno leggere le persone come fossero libri e riconoscere in loro un Genio da un Soccombente, da un loro simile. Come forniti di una lente di ingrandimento, distinguono i microscopici eppure limpidi segni dell’impellente metamorfosi. La fine dei Geni è l’autocombustione, come una fenice arderanno nelle fiamme della loro passione che, come un’onda, travolse le vite degli altri adesso si riversa sulla loro. I Soccombenti invece moriranno se non di rimpianto col rimpianto, nella solitudine interiore della scura notte che lentamente li avvolgerà del tutto, portandoli con sé. E gli Osservatori? Sono gli unici superstiti, sopravvivono per poterlo raccontare.

    Gaia Pisanello, 4M